Atrio

L'ATRIO PRELUDIO DI UNA SINFONIA PASQUALE

 

Per accedere all'aula della celebrazione si passa attraverso un atrio, "spazio significativo dell'accoglienza materna della Chiesa". E' luogo di preparazione all'incontro con il Signore e con i fratelli nell' assemblea.

 

Pensato in stretta connessione con il tempio, l'atrio immette, come un grande tempo d'avvento, in uno stato di attesa del compimento, costituito dalla Pasqua del Signore, celebrata nella liturgia, e nella sua Venuta alla fine dei tempi.

 

L'atrio antistante la chiesa è il simbolo della notte che apre alla speranza: non è la notte buia, luogo di tenebre, ma la notte come luogo che anticipa il giorno, la piena luce.

E' lo spazio che anticipa la pienezza delle realtà compiute in Cristo, è lo spazio che attende. E' il già e il non ancora.

E' il richiamo a quello che Dio ha rivelato e annunciato nell'Antico Testamento.

L'artista ha voluto collocare qui e reinterpretare in senso cristiano il cosiddetto "poema delle quattro notti", una perla della teologia e della spiritualità ebraica, che interpreta alla luce della pasqua gli eventi fondamentali della sua storia.

 

Queste quattro notti-cardine sono:

La prima notte

 

La seconda notte

 

La terza notte

 

LA quarta notte

 

 

La prima notte

 

La seconda notte

 

La terza notte

 

LA quarta notte

 

Nelle chiese antiche questo ambiente era chiamato nartece, ove i catecumeni venivano opportunamente istruiti e preparati a comprendere il senso dei sacramenti che avrebbero ricevuto. Qui i battezzati, attraverso un particolare programma iconografico, venivano aiutati a entrare nella storia dei mirabilia Dei, che trovava attuazione nella liturgia. Il nartece, la cui memoria archittettonica è conservata in maniera contratta nel pronào dell'arte romanica, aveva anche la funzione di ricordare che prima dell' incontro sacramentale era necessario deporre ogni pensiero e intralcio interiore.