Abside

L'ABSIDE

Ultimo elemento, ma primo allo sguardo di chi entra, è la grande ... che domina e avvolge, con la sua forma concava, tutto l'ambiente. Delineata a forma di trono, porta impressa la visione della città celeste, verso cui tutta la storia tende. In questo grandioso scenario, domina, su fondo oro, la maestosa figura del Cristo Pantocrator. Egli sta assiso sul trono regale, avvolto in un nimbo che digrada dal rosso verso il bianco.

 

Il rosso sottolinea la regalità il bianco è il colore della resurrezione, perché il cristo sta nella sua condizione gloriosa, avvolto di luce, vero sole dl mondo,come appare nella vetrata della controfacciata, di fronte allo sguardo di Cristo.

 

Dal trono scende la nuova Gerusalemme adorna come una sposa pronta per il suo sposo (cf. Ap 21,5): essa assume le sembianze di Maria, la nuova Eva vestita di bianco e rosso, segni della luce e della regalità. Ma è anche la Chiesa che, con le braccia aperte invoca e rende grazie. E, accanto, i dodici Apostoli stanno seduti su dodici troni perché, secondo la promessa di Gesù, sono a lui associati nel giudizio del mondo. Essi tengono in mano il vangelo con impresso il fuoco dello Spirito, perché la Parola del Signore divampi sulla terra e la rinnovi in un' incessante Pentecoste. Sopra gli apostoli e accanto alla sposa, sta il mondo celeste rappresentato dai due arcangeli Michele e Raffaele (Gabriele è presente all' ingresso nella vetrata dell'annunciazione).

 

I personaggi angelici del servizio divino, insieme a tutta la corte della Città Celeste, uniscono la loro voce al coro che sale dalla liturgia terrena e canta: "Santo, Santo, Santo è il Signore… osanna nell'alto dei cieli".

 

 

Egli, il kyrios, tornerà come Giudice, il volto è sereno e lo sguardo penetrante, ma non ha nulla della severità o della maestà tremenda del Dies Irae, perché egli è il primogenito di una moltitudine di fratelli e il figlio che l'amore del padre ha inviato nel mondo, non per condannarlo ma per salvarlo (Gv 3,16). Il signore è il Primo e l'Ultimo, l' Alfa e l' Omega (Ap 21,5) e tiene in mano il libro aperto con l' iscrizione: "io sono il vivente. Io faccio nuove tutte le cose" (cf. Ap 21,5). La sua opera incessante è tesa a pasqualizzare tutta la realtà, a rinnovarla, facendola passare in Dio.

 

 

 

 

Celebrare la liturgia in questo contesto di luce e colore, è come immergersi in un autentico ambiente divino, apparentemente lontano dai drammi della storia del mondo e dal gemito della creazione, che anela a partecipare a partecipare alla definitiva liberazione(cf. Rm 8,19-21)dei figli di dio nel parto di un mondo nuovo.